Vini dolci...che passione (o forse ossessione?)

Sapete già della mia curiosità, giusto per usare un eufemismo, nei confronti dei vini dolci di tutte le provenienze e tipologie. Ne ho già parlato
qui, ad esempio.
Questa passione, devo ammetterlo, mi ha portato a diventare, ahimè, piuttosto esigente. E l'aspetto che più tendo a soffrire è proprio l'eccessiva dolcezza, che sconfina nello stucchevole, di tanti passiti.
Certo, un vino dolce deve necessariamente essere dolce.
Ma spesso gli zuccheri elevati, non sostenuti dalla giusta vena acida, sono solo un escamotage un pochino semplicistico per rendere un passito ruffiano e "piacione", se mi passate l'espressione (rima non voluta, beninteso!).
Il consumatore medio, pare, viene spesso conquistato dalla dolcezza e non presta poi eccessiva attenzione alle eventuali carenze del vino, sia nei profumi che nella cosiddetta persistenza (ovvero, dopo che avete deglutito, vi resta qualcosa per più di un nano-secondo???).
Per tornare al motivo del post e salvarvi dai miei vaneggiamenti "glicemici", ieri sera ho assaggiato effettivamente qualcosa di interessante
un Kanzemer Altenberg Riesling Beerenauslese
del 1989, peraltro. Ma dotato ancora di una straordinaria freschezza; con profumi stuzzicanti e molto minerali, tendenti all'idrocarburo ma piacevolmente bilanciati dal frutto.
E io normalmente non impazzisco per i Riesling, strappandomi le vesti o gridando al miracolo ogni volta che ne assaggio uno (reazioni in voga tra tanti appassionati, vi assicuro).
Tanto di cappello perciò.