venerdì 29 giugno 2007




Mercoledì pomeriggio il cielo si è rannuvolato all'improvviso; il vento si è alzato e la temperatura è bruscamente scesa. In pochi minuti, si è materializzato un temporale con i fiocchi.

Ma quando è passato, il gioco del tramonto e delle nubi mi ha regalato questo scatto...




martedì 26 giugno 2007

Vini dolci...che passione (o forse ossessione?)

Sapete già della mia curiosità, giusto per usare un eufemismo, nei confronti dei vini dolci di tutte le provenienze e tipologie. Ne ho già parlato qui, ad esempio.

Questa passione, devo ammetterlo, mi ha portato a diventare, ahimè, piuttosto esigente. E l'aspetto che più tendo a soffrire è proprio l'eccessiva dolcezza, che sconfina nello stucchevole, di tanti passiti.

Certo, un vino dolce deve necessariamente essere dolce.

Ma spesso gli zuccheri elevati, non sostenuti dalla giusta vena acida, sono solo un escamotage un pochino semplicistico per rendere un passito ruffiano e "piacione", se mi passate l'espressione (rima non voluta, beninteso!).

Il consumatore medio, pare, viene spesso conquistato dalla dolcezza e non presta poi eccessiva attenzione alle eventuali carenze del vino, sia nei profumi che nella cosiddetta persistenza (ovvero, dopo che avete deglutito, vi resta qualcosa per più di un nano-secondo???).


Per tornare al motivo del post e salvarvi dai miei vaneggiamenti "glicemici", ieri sera ho assaggiato effettivamente qualcosa di interessante


un Kanzemer Altenberg Riesling Beerenauslese


del 1989, peraltro. Ma dotato ancora di una straordinaria freschezza; con profumi stuzzicanti e molto minerali, tendenti all'idrocarburo ma piacevolmente bilanciati dal frutto.


E io normalmente non impazzisco per i Riesling, strappandomi le vesti o gridando al miracolo ogni volta che ne assaggio uno (reazioni in voga tra tanti appassionati, vi assicuro).


Tanto di cappello perciò.


venerdì 22 giugno 2007



Il Nabucco. E il Soave.

Questa sera all’Arena di Verona si terrà la prima del Nabucco nonché l’ufficiale apertura della stagione verdiana.




Da qualche anno la Fondazione dell’Arena, in collaborazione con Veronatuttintorno, organizza un’iniziativa davvero interessante per rendere ancora più piacevole l’appuntamento con la grande musica, ovvero “Anteprima Opera”.

In sostanza, nel tardo pomeriggio i partecipanti verranno accolti nello splendido Palazzo della Gran Guardia, che domina Piazza Brà, per venire accompagnati alla scoperta dell’Opera che andrà in scena la sera stessa in Arena.

Questa prima parte, che facendo comprendere più approfonditamente l'opera in esame, renderà senz'altro più piacevole l’appuntamento con lo spettacolo serale.

E qui entro “in scena” io, perché in abbinamento alla musica ci sarà la degustazione dei prodotti più tipici di Verona. In particolare quest sera l’appuntamento è con il Soave Classico 2006 Balestri Valda.

La sottoscritta avrà perciò l’onore e il piacere di offrire il suo Soave, di spiegarlo e farlo conoscere, cercando di trasmettere un pizzico di quella passione per il territorio che tanto l'infiamma e la fa arrabbiare. ;-)

lunedì 11 giugno 2007

Il dolce lo porto io...Cheesecake alle amarene

Invitata ad una cena tra amici produttori e giornalisti, mi sono offerta di preparare il dessert, mia grande passione nonchè strumento di rilassamento favorito.

Ammetto che non amo ripetere spesso le mie ricette collaudate: preferisco buttarmi a capofitto sugli esperimenti (in cucina come nella vita, tra l'altro). Però quando voglio essere sicura del risultato, mi affido quasi sempre a Sale&Pepe.

Mi sono cimentata pertanto in questa goduriosa torta di formaggio e amarene scovata su un vecchio numero dell'infallibile S&P (da cui ho tratto anche la foto qui a lato), apportandovi come al solito delle piccole modifiche personali.


Ingredienti per ca.12 persone:

140 g di biscotti secchi
60 g di mandorle spellate
80 g di burro
2 dl di panna
400 g di formaggio fresco spalmabile leggero
90 g di zucchero
3 uova
un baccello di vaniglia
300 g di amarene sciroppate (nel mio caso, le impareggiabili amarene preparate da nonna Assunta)

Come di consueto, preparate la base: tritate nel mixer i biscotti con le mandorle; aggiungete il burro fuso e mescolate. Poi stendete il composto con le mani in una tortiera imburrata del diametro di 26 cm, ottenendo una base uniforme e bordi rialzati.

Frullate il formaggio con la panna, i tuorli, lo zucchero.

Immergete il baccello di vaniglia in acqua bollente per 10 minuti. Ritiratelo, incidetelo, raschiate i semini e uniteli alla crema di formaggio.

Poi montate gli albumi a neve ben ferma e incorporateli, insieme ad un terzo delle amarene sgocciolate.

Versato il ripieno sulla base del cheesecake e cuocete in forno a 160° per un'ora e 10 minuti circa. La cottura sarà ultimata quando la crema di formaggio sarà ben rappresa e delicatamente dorata.

Io ho preferito servirla piuttosto fredda, per bilanciarne la grassezza, accompagnata da qualche amarena con il suo sciroppo e da un profumato ciuffettino di menta.

In ogni caso, esperimento riuscito e ampiamente apprezzato! ;-)

mercoledì 6 giugno 2007

Vigneto Sengialta 2006, il dado è tratto


Uno scorcio del vigneto Sengialta


Ho iniziato da un paio di giorni a commercializzare la nuova annata del nostro crù, il Soave Classico Vigneto Sengialta.
Sono particolarmente tesa perchè è uno dei vini che amo di più; e forse proprio perchè proviene dal vigneto che amo di più: passeggiando tra le sue vigne si gode della vista del castello medievale di Soave e del suo borgo, mentre a rallegrare l'orecchio dal bosco che lo lambisce proviene sempre il cinguettio delle tante specie di uccellini che lo popolano.

Il nome deriva dal termine del dialetto veronese “Sengio”, che indica un tipo di terreno basaltico, particolarmente duro, che forma dei veri e propri sassi neri (una faticaccia lavorarli, tra l'altro!).
I suoi terreni di origine vulcanica conferiscono al vino una bella mineralità: sento sempre tanta pietra focaia e grafite al naso; e una bella sapidità in bocca.

Sicuramente è un approccio meno facile rispetto al Soave Classico base.
Ma credo che questa sua complessità rispecchi ancora meglio il nostro angolo di collina e nel suo piccolo cerchi di essere un fedele testimone del nostro terroir.