lunedì 20 ottobre 2008

Paris, Paris...

Cosa può esserci di meglio di una toccata e fuga a Parigi per rinfrancare lo spirito dopo la vendemmia?! Solamente un soggiorno più lungo a Parigi!

Torno dal weekend parigino ebbra dell'atmosfera unica di questa città, con gli occhi ancora pieni dei suoi colori autunnali e le guance che pizzicano per l'aria già frizzante.

Ah, Paris...Paris...

Dato che la blogosfera pullula di reportage su Parigi, vi lascio solo qualche appunto di viaggio e qualche scatto, consapevole che purtroppo non potranno rendere la magia di questi giorni intensi.


Passeggiate nel cuore del Marais, alla scoperta dei suoi meandri medievali e di meravigliosi hotels particuliers...


In senso orario:

  • spettacolari banchi di pesce al Marchè Bastille (metro: Bastille), uno dei più frequentati mercati alimentari di Parigi, un tripudio di colori e profumi. Vi ho fatto una scorpacciata di datteri freschi (quelli ancora gialli per intenderci), impossibili da scovare a Verona.

  • la Close du Montmartre, un gioiellino di vigna impiantata negli anni '30; le bottiglie ricavate vengono vendute all'asta per beneficenza.

  • l'As du Fallafel in Rue de Rosiers (metro: Saint-Paul), dove ammetto di aver pranzato ben 2 giorni su 3 essendo io falafel-addicted. Tempo permettendo, vi consiglio di prendere il vostro gigantesco malloppo grondante salsa di yogurt e andare a gustarlo sulle panchine del limitrofo Square Ch V Langlois: è davvero impegnativo da affrontare in piedi!

  • pasticceria kasher sempre in Rue de Rosiers; davvero ottimo il pavè ai semi di papavero. Poi pavè di mele, formaggio, fichi, strudel e challah...

Unica piccola, ma oltremodo cocente, delusione: nientepopodimenoche i tanto paparazzati macarons di Pierre Hermé. Dopo aver assaggiato il celeberrimo Caramel à la fleur de sel, l'Infiniment vanille, il Plénitude-Chocolat & Caramel nonchè il Mogador, posso concludere che...rullo di tamburi...sono buoni. Ok. Però non abbastanza da giustificare il tam-tam mediatico, la coda interminabile, i prezzi e la sufficienza dei commessi (neanche del maestro in persona! dei commessi!). Suvvia, anche gli altisonanti nomi sono un tantino pretenziosi.

L'unico che effettivamente vorrei riassaggiare è il Mogador, ovvero un macaron con ganache al frutto della passione e cioccolato al latte; tra l'altro, proprio quello che sulla carta mi ispirava di meno. Davvero ben fatto e bilanciato.

De gustibus...







7 commenti:

Anonimo ha detto...

J'adore Paris et j'ai de la chance d'y avoir ma fille...ce qui fait que j'y vais de temps en temps....Ville magique et la plus belle du Monde..

val ha detto...

Eleonora, beata te che hai la "scusa" della figlia per andare spesso a Parigi!! ;-)

Martissima ha detto...

appperòòòòò se dopo la vendemmia si va a parigi......vengo anch'io l'anno prossimo a vendemmiare......
c'è per caso un avanzo di dolcetto per meee? no ehhh, golosa!!!!

Dolcetto ha detto...

Oddio Val che nostalgia hai fatto venire anche a me! Anch'io ci sono andata una settimana fa e la sogno anchora...
Sei che la prima mattina siamo diventati matti a cercare quel mercato che avevamo scoperto la volta scorsa per poi ricordarci che era due fermate del metrò prima??!! Va bè, ci siamo goduti il resto del Marais...
Allora sono contenta di non aver mangiato niente da Pierre Hermè ma di essere andata in altre pasticcerie più alla mano ma ugualmente goduriose!
Un bacione

val ha detto...

@astrofiammante: allora per l'anno prossimo sei prenotata! ;-)

@dolcetto: eh eh ho visto che ci sei andata anche tu! a momenti ci incontravamo là!!

Günther ha detto...

pierre herme il must di parigi

yari ha detto...

Ora lancerai una nuova moda sul web "Pierre Hermé, c'est si démodé!" ;-) Concordo su quello che dici di Parigi.