mercoledì 28 febbraio 2007

Il "pacco-degustazione" della premiata ditta Val è in partenza per Torino...


Destinazione...Yari, giovane vegan blogger de "Il cucchiaio di legno".



La cosa è nata in maniera molto informale, del tipo:
Yari " Mi piacerebbe acquistare i tuoi vini per provarli; dove li trovo a Torino?"
Val "Bè...uhm...ehm...considerando il mio posizionamento di nicchia, per quanto riguarda la distribuzione, a Torino ho ampi margini di miglioramento...in pratica è meglio che te lo mandi direttamente!!"
:-)


E così ho chiesto a Yari le sue preferenze enologiche e ho considerato il tipo di cucina che ama (vegan of course), per preparare un "kit di degustazione" pensato proprio per lui.


Yari troverà:
- 2 bottiglie di Soave Spumante (dato che mi ha confessato di amare le bollicine): Garganega in purezza; delicato, profumato, da servire come aperitivo o anche a tutto pasto per accompagnare piatti leggeri


- 1 bottiglia di Soave Classico: un vino fresco, dai profumi floreali, con una bella mineralità. Va benissimo per primi piatti a base di verdura, seitan, tofu e con tutti i piatti di curry, alghe e componenti speziate


- 1 bottiglia di Soave Vigneto Sengialta: è la mia selezione, proveniente dal vigneto più bello (un paradiso delimitato dal bosco, dove mi riesco a rilassareperchè ci sono sempre tantissimi uccellini che cinguettano!). Essendo un po' più strutturato, accompagna bene anche sapori più decisi e grigliate (di seitan o tofu per es.)


- 1 bottiglia di Soave Lunalonga: il passaggio in barrique lo rende molto affascinante, impreziosendolo di note vanigliate, di ananas e pesca. Lo potrà apprezzare con piatti a componente cremosa (un bel risotto, delle lasagne con besciamella vegan, uno spezzatino di seitan con patate...) ma anche con il tempeh.


- Omaggio speciale della casa, 1 bottiglia di Recioto di Soave: più che un vino, un alimento, un nettare. Visto che Yari non mangia formaggi, gli suggerisco di provarlo semplicemente sgranocchiando qualche noce o con delle scaglie di buon cioccolato extrafondente. O da solo, come vino da meditazione e conversazione.


Devo confessare di essere molto emozionata per la partenza di questo pacco; una parte di me, della mia storia e del mio territorio arriverà nel bel mezzo della vita e della storia di un'altra persona, per diventarne parte (e spero portare con sè piccoli momenti di semplice felicità).







venerdì 16 febbraio 2007

Homemade Cantucci

Era da un po' che meditavo di cimentarmi nella realizzazione dei cantuccini fatti in casa, anche perchè sono buonissimi con il Recioto...
Desideravo anche utilizzare le mandorle prodotte dal nostro mandorlo selvatico, una vecchia pianta solitaria che cresce nel nostro uliveto.
Sarà per il valore affettivo, sarà perchè sono biologiche al massimo, in ogni caso le ho sempre trovate le mandorle più buone del mondo!

Poi domenica scorsa ho deciso di fare pulizia nei meandri dei miei cassetti e ho trovato un vecchio numero di Sale&Pepe che proponeva proprio questa ricetta.

Come non cogliere la palla al balzo?


Allora, ecco gli ingredienti:
250 g di farina
150 g di zucchero
100 g di mandorle
2 uova
un cucchiaino di lievito vanigliato
un pizzico di sale
Ho setacciato la farina sulla spianatoia e ho aggiunto sale e zucchero; dopo aver mescolato ho formato una classica fontana e vi ho versato le uova (leggermente sbattute).
Ho impastato con le mani e ho incorporato le mandorle intere e il lievito. Conviene lavorare la pasta per qualche minuto, eventualmente cospargendo il piano di lavoro con altra farina fino a quando il composto si stacca bene e risulta bello compatto.
Poi ho diviso a metà la pasta e formato 2 filoni (larghezza sui 5 cm direi); li ho messi sulla placca del forno coperta di carta forno e via in forno a 180° per 30 minuti.
Dopo questa prima cottura si tolgono dal forno e si tagliano in diagonale a fettine (larghe un cm circa), allargandole poi sulla placca.
Ho messo nuovamente in forno per circa 10 minuti (dovete però regolarvi in base al vostro forno: devono risultare ben dorati).
A questo punto non vi resta che toglierli dal forno e lasciarli raffreddare prima di spostarli dalla teglia e...mangiarli!
Li ho sgranocchiati in compagnia di clienti golosoni in cantina, riscaldati dalla stufa e dal calore del vino dolce...Prosit!

martedì 13 febbraio 2007

I grappoli del Veneto e Trentino Alto Adige



Domenica 18 febbraio mi aspetta un tour de force: dalle 10 alle 20 sarò al Palazzo della Gran Guardia di Verona.

Tra parentesi, è una location splendida, proprio di fronte all'Arena, in piazza Brà.


Ci sarà infatti una bella degustazione aperta al pubblico di tutti i vini premiati dalla guida Duemilavini 2007 e io porterò il mio crù, il Recioto di Soave e l'unico rosso che produco (poche pochissime bottiglie), un Cabernet Sauvignon morbido e possente.


Chi ci sarà, faccia un fischio! :-)


Trovate il programma completo su www.aisveneto.it

giovedì 8 febbraio 2007

Facciamo vino o Coca Cola?




Lo premetto, oggi sono veramente arrabbiata.


Ho cominciato ad assaggiare alcuni Soave di produttori che hanno già messo in commercio la nuova annata. Già qui mi viene l'ulcera; non capisco perchè ci debba essere la corsa a buttare in commercio vini non pronti. Non si può proprio avere la pazienza di rispettare i ritmi del vino? Perchè considerarlo solo un bene di consumo qualsiasi?


Ma il vero problema sta nel perchè ci prendiamo in giro con la storia della territorialità, dell'autoctono, bla bla bla.

Il Soave è (o dovrebbe essere) fatto con la Garganega. La Garganega è il nostro vitigno autoctono e non è assolutamente aromatica: ha altre caratteristiche preziose, maggiormente legate alla finezza e all'eleganza, ma non può dare dei profumi intensissimi e ruffiani.

Allora perchè in alcuni Soave che ho assaggiato si sente lontano 5 km la presenza dello Chardonnay e i produttori in questione continuano a reggere la facciata della Garganega in purezza????

Allora, piuttosto, dicano che preferiscono fare dei vini internazionali, capaci di piacere a tutti, con profumi accattivanti! Dicano chiaramente che non gli interessa rispettare il nostro terroir, che nella Garganega non ci credono e che per questo la correggono con lo Chardonnay.

Però, per favore, un po' di onestà, nei confronti del consumatore che si beve le loro panzane ma anche nei confronti di loro stessi.

Non pretendo certo il rispetto verso quei produttori che come noi credono nel proprio territorio e nelle sue ricchezze. Figuriamoci...

Forse siamo davvero noi gli stupidi a credere che non di solo marketing campi l'uomo.

mercoledì 7 febbraio 2007

Alla scoperta dei formaggi meno noti, prima tappa...

Il Verde dei Berici


Per rimanere in tema di Recioto, un formaggio molto particolare che ben gli si abbina.
Ho già detto della mia passione per i formaggi, che unita alla mia passione per i grandi passiti diventa un vero e proprio vizio.
Ebbene, ho avuto modo di conoscere un erborinato molto particolare, che si produce esclusivamente a Montegalda, ai piedi dei Colli Berici, in Veneto.
Durante il processo di lavorazione viene forato con lunghi aghi d'acciaio affinchè le spore di Penicillium roquefortis penetrino più facilmente. Il latte da cui è ottenuto è misto (capra e pecora) ed è un formaggio molto grasso, ça va sans dire.
Il gusto è deciso, sapido, intenso: non sembrerebbe un formaggio per donzellette come me! ;-)
L'unico inconveniente è purtroppo quello della difficile reperibilità; ma si sa che le imprese troppo facili non sono divertenti...